Natura, LGBTQ+

Americón

Publishers

Wendy's Subway

Info

192 pages

2022

130mm × 200mm

Softcover

ISBN

9781735924274

Cost

£13.50

Americón di Nico Vela Page è una raccolta di poesie in Spanglish che intreccia uno spazio per il corpo queer e trans per conoscere la terra, e se stesso, come estensioni l'uno dell'altro. La terra è il deserto del Nord del New Mexico, la dimenticata Pan-American Highway, lo spazio tra le nostre cosce, la cordigliera tremante del Cile, i gemiti degli alci e il frutto maturo che aspetta di essere raccolto. Attraverso l'archivio, l'attenzione e l'ecopoesia erotica, la prima raccolta di poesie di Page si estende ben oltre la pagina, il binarismo di genere, la lingua e le Americhe per scoprire chi siamo chiedendo dove siamo. Americón di Nico Vela Page è il vincitore del Premio Libro del Periodo di Lettura Aperta 2020, ed è stato selezionato dalla giudice ospite Renee Gladman.

Nico Vela Page è una poetessa documentarista e filmmaker il cui lavoro si basa su una varietà di pratiche di ricerca. È cileno-americana, trans, non-binaria femme, e vive sulla terra Narragansett, a Providence, RI, dove ha recentemente conseguito la laurea presso la Brown University. Nico lavora ai confini permeabili di genere, lingua e luogo, spesso mescolando i mezzi espressivi, sempre danzando attraverso di essi. Sta imparando a coltivare un giardino.

Lodi

In un'epoca in cui essere il più rumoroso, il più brillante, il più visto o il più seguito è diventato il metro del successo nella vita contemporanea, Americón, scolpito in una brillantezza sottile e senza fretta, sovverte l'attrazione di quel rumore in un istante; ci porta più lontano. Allunga la spazialità dell'esperienza e ci ricorda che veniamo da qualche luogo, che portiamo il peso della terra e la terra porta il nostro, che il linguaggio ci divide nel suo dispiegarsi. La domanda che sembra più urgente in questa raccolta riflessiva e commovente è come immaginiamo sistemi di cura e responsabilità per le lingue che abitiamo, le identità che portiamo, le persone che amiamo, i siti di memoria che radicano ai margini del mondo fisico. E, nella sua stessa espansività, il libro traccia un percorso verso possibili risposte: iniziamo liminalmente, in soggezione delle soglie.
—Renee Gladman (Giudice ospite del Periodo di Lettura Aperta 2020)

In questo debutto straordinario e commovente, Nico Vela Page ci ricorda che siamo fatti e rifatti dalle terre e dai luoghi che abitiamo, che il linguaggio inizia corporalmente, e l'atto di parlare ci intreccia con la storia, la memoria e l'eredità. Americón resiste alle false binarietà di appartenenza, di corpo, di pensiero, di desiderio, e crea una poetica della possibilità radicata nell'attenzione e nella cura, che è una sorta di meraviglia, che è pervasa d'amore. Questo libro è un dono raro.
—Mary-Kim Arnold “Not even trees falling/ from fruit can pick / my body off this ground.” In Americón di Nico Vela Page, le distanze convenzionali tra corpi, terra, genere e lingua vengono gettate in un nuovo abbraccio, coltivate in poesie con dolce, lussureggiante aplomb e tenerezza. Americón inghiotte l'insulto nel suo titolo con il caldo respiro ecopoetico di grammatiche queer, translanguaging e multi. Con respiro interrotto—“Sm,all trees/Scrib,bled brush/Low cact,us”—e amore di parentela, dai beccate di colibrì alla politica da ditch bitch, questo è un libro che espande amorevolmente gli estremi del continuum. —Sawako Nakayasu

Che collezione straordinaria! In Americón non siamo tra mondi o attraverso mondi, noi già, nel nostro divenire, apparteniamo a un regno che ci riscalda come un treno affollato, dove i significanti non fanno parte di un tutto omogeneo, né sono particolarmente altro. Qui Nico Vela Page trova linguaggi per un mondo diverso da qualsiasi altro a cui io sia appartenuto o che abbia letto, un wording/thriving insistente e familiare che si ripete più e più volte, so di averti incontrato da qualche parte. Aquí están “nuestros cuerpos empapados/ our soggy/bodies” e ci mostrano “a way to disappear/in.” L'ho letto con una fame che non provavo da tempo e mi ha lasciato suggestionabile e aperto. —Raquel Salas Rivera