Death Book ll
ATTENZIONE: QUESTO LIBRO CONTIENE CONTENUTI SESSUALI ESTREMI E IMMAGINI DI VIOLENZA SCENEGGIATA. Il secondo capitolo di The Death Book è dedicato all'archivio di Bruce LaBruce, composto da opere raramente pubblicate o inedite, caratterizzate da fascinazioni morbose. Qui le fotografie sfidano lo spettatore a esplorare ciò che si cela sotto la superficie della società occidentale. Il libro riunisce per la prima volta questo corpus di opere, combinando le performance, le azioni, i fotogrammi di produzione cinematografica e la fotografia di LaBruce che delineano esplicitamente le sue ossessioni, con opere d'archivio mai esposte prima provenienti da progetti come Hustler White, Otto; or Up with Dead People, e L. A. Zombie. Il libro è strutturato come vignette vagamente connesse, caratterizzate dall'orrore, con la carneficina accelerata anziché superata, mettendo in discussione i valori esistenti, le gerarchie e le percezioni del bene e del male. Appaiono una varietà di volti e parti del corpo, inclusi gli attori Francois Sagat e Tiger Tyson, il modello/attore Tony Ward, gli artisti Kembra Pfahler e Slava Mogutin, e cameo di figure leggendarie come l'artista performativo Ron Athey, i musicisti/artisti Genesis P-Orridge e Lady Jaye, l'artista Dash Snow, l'attore Brad Renfro, Asia Argento e lo stesso Bruce LaBruce. The Death Book presenta anche il direttore artistico Max Siedentopf, che ha progettato il libro come una parafrasi della Bibbia, trafitta da tre fori di proiettile che attraversano il libro da parte a parte. Il libro contiene un'introduzione dell'artista, fotografo e scrittore Slava Mogutin.
Pubblicato da BARON.