La Botiga de l’Anson
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Il grande cartello con la scritta «Meubelgalerie Vynckier» si erge in una strada ordinaria della cittadina urbanizzata di Waregem. Il messaggio pubblicitario non adorna la facciata, ma copre quasi l'intero lato cieco, che in Belgio è noto come «waiting wall». In attesa di un vicino che costruirà la sua casa a schiera o i suoi locali commerciali contro di esso, questo muro laterale, in mattoni e privo di finestre, contribuisce al fenomeno dello sviluppo a nastro tipicamente fiammingo o belga. L'architettura, con i suoi mattoni smaltati e le grandi vetrine, ci dice che Meubelgalerie Vynckier deve essere stato costruito in qualche momento degli anni '50. Il periodo dell'Expo 58, quando le Fiandre, e con esse la zona rurale di Waregem, abbracciarono con entusiasmo il modernismo. L'azienda di mobili Vynckier ora non esiste più. Un artista si è trasferito nei laboratori e mette a disposizione lo showroom come spazio espositivo. Tuttavia, Meubelgalerie Vynckier faceva parte di un'altra modernità, un'altra visione dell'arredamento, rispetto a quella in cui è cresciuto l'artista catalano Martí Anson. Joaquim, il padre di Martí, progettava e produceva mobili con l'approccio dell'avanguardia modernista, che non concepiva gli oggetti di utilità come un'artigianato artistico o ridotti al ruolo di beni di consumo, ma come «costruzioni» che contribuivano a costruire una società migliore – e più sociale. La Botiga de l’Anson (Il negozio di Anson), il progetto presso Meubelgalerie Vynckier, non mostra semplicemente una serie di mobili ispirati al lavoro del padre di Anson. È in realtà un'installazione ambigua. È infatti una rivisitazione di un progetto che aveva già sviluppato per la mostra Species of Spaces al MACBA (Museu d’Art Contemporani de Barcelona). In collaborazione con Be-PART, Waregem.
Pubblicato da APE (Art Paper Editions).