LA LIGNE

La tana è soggetta alla fantasia perché di solito conosciamo solo la sua forma o la sua soglia; dobbiamo immaginare il resto. Simbolicamente, questo vale anche per la Linea Maginot: tutti ne hanno già sentito parlare, ma non molti possono descriverla. Il suo nome riecheggia come un contenitore di fantasie. Le forme dei suoi bunker corrispondono a questa dimensione simbolica. Attraverso le sue fotografie, Alexandre Guirkinger ha voluto condividere la sua fascinazione per questa straordinaria reliquia la cui modernità è già vecchia. I bunker scelti e fotografati sono quelli la cui forma, situazione e contorni danno all'immagine qualcosa in più del semplice deposito materiale di un confine: una sorta di scenario di fantascienza, una traccia di land art, un'architettura modernista, un geoglifo contemporaneo. Il divario tra l'abbondanza delle reliquie della linea e le poche rappresentazioni contemporanee di quest'ultima offre un campo di gioco stimolante per mettere in discussione il nostro rapporto con il paesaggio, con il confine, con il limite. Questo è il punto di partenza del racconto breve di Tristan Garcia. Testo in francese.