Mike Kelley: Materialist Aesthetics

Mike Kelley è noto soprattutto come uno degli artisti visivi più influenti della sua generazione. Ma è stato anche un teorico perspicace che ha scritto abbondantemente sul suo lavoro e sull'estetica negli anni '80, '90 e 2000, un'epoca segnata, a suo avviso, dalla cultura della vittima e dal fenomeno della psicologia popolare noto come sindrome della memoria repressa. Mike Kelley: Materialist Aesthetics and Memory Illusions presenta l'artista sotto una nuova luce, quasi come un filosofo empirico che esprime la sua posizione attraverso l'arte oltre che la scrittura. Con un approccio meticoloso e transdisciplinare, Laura López Paniagua presenta l'opera di Kelley come una posizione nell'estetica materialista e intreccia riflessioni tra la critica, le dichiarazioni e i commenti dell'artista e le teorie di pensatori come Georges Bataille, Walter Benjamin, Pierre Bourdieu, Sigmund Freud, Jacques Lacan e Maurice Merleau-Ponty. López Paniagua si concentra sulla produzione artistica di Kelley tra il 1995 e la sua morte nel 2012, analizzando queste opere in relazione al concetto di memoria, una delle ossessioni e leitmotiv dell'artista durante tutta la sua carriera.