The Pieces

I dipinti di Edie Fake iniziano come autoritratti e da lì si liberano, facendo riferimento a elementi del corpo trans e non binario attraverso motivi, colori e metafore architettoniche. I dipinti di Edie, precisi, di dimensioni intime, realizzati con gouache e inchiostro su pannello, sono strutturati attorno agli aspetti fisici della transizione e dell'adattamento, così come alla salute mentale e sessuale. Da quando si è trasferita prima da Chicago, poi a Los Angeles frequentando brevemente la scuola di specializzazione alla USC, fino ad arrivare ora all'altopiano desertico di Joshua Tree in California, il lavoro di Edie si è evoluto dalla acclamata serie Memory Palaces – facciate reinventate di bar lesbici urbani e nightclub gay – a una nuova sensazione di vulnerabilità dovuta ai cambiamenti nel clima sociale e politico degli Stati Uniti. L'opera sfuma i confini tra architettura e corpo con strutture adornate da elementi che sembrano essere sia decorativi che protettivi. Componenti architettonici sono usati come metafore visive per i modi in cui definizione e validazione sfuggono alle identità trans. Fake dice: “Sempre più sto cercando di portare un'anarchia in quell'architettura, o una fantasia ed estasi di cosa lo spazio queer è e può essere.”